Presentazione del libro di Pietro Mastrangelo “Appunti di viaggio, lasciare il certo per l’incerto”

di Barbara Marengo

Gli incontri letterari di OMeGA

Che cosa spinge un giovane geologo a lasciare casa e posto sicuro -negli anni 70 del secolo scorso a 27 anni- per affrontare nuove avventure di lavoro e di vita? « Era tutto diverso” esclama Pietro quando esce dall’aereo che da Roma lo catapulta in Arabia Saudita. Ed iniziano i viaggi.
Arie, climi, genti, luci, paesaggi, emergenze, orizzonti che aprono mente e cuore sono testimoniate da Pietro Mastrangelo, l’autore di “Appunti di viaggio”, dopo oltre 40 anni di attività in giro per il mondo. Tali appunti, che sono più che semplici appunti, rappresentano anche un manuale di istruzioni per chi anche oggi volesse affrontare esperienze di lavoro lontano da casa, tra deserti, giungle e savane, foreste ed oceani, dove non mancano incidenti di percorso e difficoltà che certo non sarebbero state mai superate e nemmeno immaginate se Mastrangelo avesse continuato da insegnare in Italia, secondo il pio desiderio della sua mamma. E qui le prime riflessioni sul come affrontare o aver affrontato una vita di viaggi, di traslochi, di adattamenti a nuove realtà molto lontane da quelle lasciate in Patria. Una serie di capitoli avvincenti che fanno viaggiare, con il fine di lasciare “una traccia della vita” che l’Autore ha scelto di vivere coinvolgendo la famiglia e sviluppando varie sensibilità.
Capacità di adattamento, voglia di imparare e di adeguarsi presto ai modi di vivere di luoghi diversi e non facili, dall’Arabia Saudita al Venezuela, da Angola e Mozambico alla Tanzania, fino alle emergenze delle guerre etniche di Rwanda e al terrorismo in Algeria.
Il cantiere: ecco la nuova sede dove Mastrangelo, lasciata la cattedra di matematica tra le quattro mura della scuola italiana, nemmeno trentenne si trova a destreggiarsi tra nuove incombenze di geologo, a confronto con nuovi capi missione, nuovi linguaggi, nuovi climi estremi, nuovi modi di avvicinarsi a superiori e sottoposti, nuovi cibi, nuove norme di igiene e di tutela della salute, oltre che ad essere immerso in orizzonti infiniti, sabbie e tempeste del deserto, atolli galleggiati negli Oceani, battute di caccia ed imprevisti pieni di pericolo. Una vita non certo banale ne’tanto meno noiosa, che moglie e figlio accompagnano condividendo giornate serene e turbolente, compresa la fuga dalla guerra civile crudele (1990-1993) che in Rwanda causò migliaia e migliaia di vittime civili.
Mastrandgelo ci descrive luoghi e persone, situazioni esilaranti e drammatiche, ed al di là delle parole il lettore riesce a percepire quella tensione e quella ricerca di novità ed anche di umanità che accompagna chi dedica o ha dedicato la vita al lavoro in viaggio. Le fotografie che illustrano i capitoli del libro ci portano in giro per il mondo, in contesti naturali bellissimi, con personaggi altrettanto belli, mentre le descrizioni dei viaggi in nave e delle corse in jeep tra le sabbie dei deserti con relativi imprevisti stimolano la voglia di saperne di più, a proposito di questi luoghi lontani: la maggior parte dei quali attraversa oggi crisi economiche, politiche, belliche, sociali, umanitarie, legate alla carenza di diritti umani elementari, e condizioni femminili allora ed ancora oggi estremamente difficili. Dal Sud America all’Africa, dal Maghreb al Medio Oriente, l’Autore ci parla di situazioni che forse alcuni di noi hanno vissuto a loro volta, e tante piccole realtà di contorno emergono dalle pagine degli appunti: le suore della missione che curano il figlio di Mastrangelo dalla malaria, gli incontri in mezzo all’Oceano tra navi ed equipaggi ( bottiglie di whisky contro sigari ed aragoste ), le amicizie e gli scontri verbali con arroganti funzionari. Giorno dopo giorno Mastrangelo impara a gestire realtà critiche e delicate, centinaia di uomini dipendono dalle sue esperienze e decisioni, come nell’ Algeria degli anni 90 dove i cantieri erano in allarme per i gruppi armati del FIS e relativo terrorismo. E traspare l’orgoglio di non aver mai perso vite umane nel corso dei lavori impegnativi e pericolosi legati al movimento terra per preparare i terreni alla costruzione di infrastrutture che avrebbero favorito lo sviluppo di quei Paesi, con relativi riconoscimenti ed apprezzamenti ufficiali.
Oggi Mastrangelo ricorda, descrive, insegna, e ci parla con il solito coraggio dell’oggi, periodo difficile legato alla malattia. Ma anche questa malattia, se affrontata come i suoi 40 anni di lavoro tra grinta e determinazione, potrà essere oggetto di un altro volume di appunti. Una nuova importante eredità per i suoi lettori.

Barbara Marengo

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