di Maurizio Agazzi
Il giorno 8 novembre 2011 l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (International Atomic Energy Agency – IAEA) ha prodotto un rapporto di 25 pagine: le informazioni raccolte ci dicono che l’Iran ha svolto attività che sono rilevanti nello sviluppo di un armamento nucleare[1]. L’Iran non coopera con la IAEA, rimangono senza risposta le richieste di informazioni sullo stato d’avanzamento del programma nucleare; esiste quindi la possibilità che il regime di Teheran preveda un impiego militare degli apparati del sito nucleare di Natanz parallelamente al programma nucleare civile per costruire la bomba. Nel rapporto la IAEA punta il dito sulle prove, l’Iran avrebbe acquisito informazioni vitali per la costruzione della bomba e si sarebbe anche dotato dei componenti necessari per la sua realizzazione.
Con la risoluzione del 18 novembre 2011[2], la IAEA esprime profonda preoccupazione riguardo al programma nucleare iraniano poiché le richieste formulate non hanno avuto alcuna risposta, compresi i chiarimenti necessari per escludere una dimensione militare del programma di Theran e sollecita il Paese a fornire rapidamente risposte esaurienti, chiedendo insistentemente di collaborare, dichiarandosi disponibile ad un continuo supporto per una soluzione diplomatica della crisi. La collaborazione deve essere rapida ed efficace per scongiurare una crisi nell’area medio-orientale di proporzioni internazionali.
Dietro tutto ciò una scia di eventi che fanno rabbrividire. Il 15 gennaio 2007 Ardeshir Hosseinpour muore per avvelenamento da gas. Il 12 gennaio 2010 il fisico nucleare Masoud Ali Mohammadi viene ucciso a Teheran da una autobomba controllata a distanza. Il 29 novembre 2010 l’ingegnere nucleare Majid Shahriar viene ucciso a Tehran da una bomba collocata sulla macchina mentre si reca al lavoro. Lo stesso giorno, il 29 novembre 2010, ancora a Theran, lo scienziato nucleare Fereydoon Abbasi rimane ferito in un secondo attentato. Il 23 luglio 2011 lo scienziato Daryoush Rezaei è ucciso vicino casa da un sicario in motocicletta. Il regime di Theran muove accuse pesanti ad Israele e Stati Uniti.
Il programma nucleare non rallenta, anzi il regime di Teheran annuncia di essersi dotato delle più moderne tecnologie al laser per l’arricchimento dell’uranio, di gran lunga più efficienti delle centrifughe. Anche su questo punto l’Iran non collabora con la IAEA, non risponde e non fornisce la documentazione richiesta, come non fornisce precise informazioni sul nuovo impianto nucleare in costruzione a Darkhovin ed un terzo sito di arricchimento nel Qom.
A dimostrazione di quanto sia complessa la controversia con la IAEA, il 13 novembre l’agenzia di stampa iraniana PressTv diffonde le dichiarazioni del Presidente del Parlamento (Majles ), Ali Larijani, secondo cui il rapporto della IAEA è senza senso ed affrettato. Il rapporto – afferma Ali Larijani – obbedisce al volere di USA ed Israele per convincere l’UN ad ulteriori pesanti sanzioni contro l’Iran. Nell’occasione, la PressTv punta il dito contro le 300 testate atomiche in possesso di Israele e riferisce che un recente test balistico avrebbe dimostrato che i missili Israeliani a lungo raggio Jericho-3 sarebbero capaci di portare testate multiple per un raggio di oltre 10 mila kilometri[3].
In quella che sembra sempre più una guerra di spionaggio internazionale, la notizia più allarmante ci arriva il 24 giugno 2011, quando il leader degli Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah afferma che nel Libano sono state catturate tre spie della CIA e l’intera rete di informatori è stata smantellata: tra essi anche quelli coinvolti nello spionaggio sul programma nucleare iraniano. Per lungo tempo gli Hezbollah avrebbero monitorato le comunicazioni degli uomini della CIA facendo uso di sofisticati softwares per bucare le comunicazioni dei servizi d’intelligence (Comint); alla fine i combattenti Hezbollah hanno teso un agguato micidiale agli agenti della CIA in una pizzeria di Beirut.
Non si è mai visto un impiego di Cyber-Warrior tra le file degli Hezbollah con tecnologie così sofisticate, e ci si chiede da dove vengano tali capacità. Questa evoluzione sorprende tutti ad eccezione del Dipartimento di Stato US, che aveva già descritto gli Hezbollah come il gruppo terroristico tecnicamente più capace al mondo, sostenuto anche con centinaia di milioni di dollari iraniani. Ma non è detto che l’aiuto iraniano sia stato solo di tipo economico. Fra le (nostre) ipotesi alla base del fallimento della CIA in Libano, bisogna anche considerare la guerra silenziosa comprensiva dell’impiego di scienziati crittoanalisti nella decrittazione delle comunicazioni dell’intelligence e nell’utilizzo di software sofisticato che avrebbe spiazzato anche gli uomini della CIA. Dietro i cyber-warrior Hezbollah forse l’aiuto della contro intelligence iraniana, già collaudata nella cyber-defence del programma nucleare sotto il tiro crittato del virus stuxnet (come si è letto nelle dichiarazioni del direttore della IAEA Yukiya Amano, il virus stuxnet non ha rallentato il programma nucleare iraniano, stuxnet non ha danneggiato le centrifughe di arricchimento dell’uranio: in altre parole, stuxnet non ha colpito il target, stuxnet ha mancato il bersaglio).
Sono i nuovi software in dotazione agli Hezbollah, utilizzati per intercettare e decrittare le comunicazioni avversarie, a preoccupare l’intelligence US, poiché nei conflitti tra Hezbollah ed IDF (Isreael Defence Forces) tali capacità di Tapping Operation tra i combattenti Hezbollah non sono mai emerse e l’Extended Information Dominance sul campo di battaglia è sempre stata dell’IDF. E ciò anche grazie alla impenetrabilità della Comint israeliana derivante senza ombra di dubbio dalla robustezza della crittografia utilizzata nelle comunicazioni d’intelligence. Quella a Beirut una noncuranza che è costata molta cara al CIA e che lascia un vuoto nelle rete dell’intelligence US nella fase delicatissima del controllo sullo stato d’avanzamento del programma nucleare iraniano mentre il governo di Theran potrebbe essere in procinto di costruire la Bomba.
Da registrare, in chiusura, il significativo monito dell’11 novembre 2011 del segretario alla difesa U.S. Leon Panetta, molto significativo in questo contesto, relativo alle possibili conseguenze di un conflitto nell’area medio-orientale, che potrebbe avere ripercussioni pesanti sulle forze US nella regione e ripercussioni inattese nel Golfo.
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[1]IAEA, GOV/2011/65, 8.11.2011 Pag.8 <<The information indicates that Iran has carried out the following activities that are relevant to the development of a nuclear explosive device>>
[2]IAEA, GOV/2011/68 18.11.2011
[3] http://www.presstv.ir. 13.11.2011. <<This is while Israel, which is widely believed to possess over 300 atomic warheads, recently test-fired a new long-range missile capable of carrying nuclear warheads. The three-stage Jericho-3 missile which is capable of delivering a 750-kilo warhead to a distance, is estimated to have a range of up to 10,000 kilometers.>>