Il Principio di Pareto

di Luigi R. Maccagnani

Il principio di Pareto (Vilfredo Pareto, sociologo ed economista, 1848-1923), o legge 80-20, afferma che con il 20% degli sforzi si ottengono l’80% dei risultati, così valutando divisione e bilanciamento tra risorse impiegate ed il profitto. 

Il principio di una ineguaglianza tra sforzo e risultato è anche confermato da Yerkes e Dodson: nonostante si continuino ad investire tempo ed energie, una volta raggiunto il vertice la produttività inizia inevitabilmente a diminuire.

Nel loro grafico non sono indicate le percentuali, ma solo il rapporto causa/effetto.

Comunque, in entrambe le definizioni, per ottenere il 100 per cento dei risultati occorre il 100 per cento dello sforzo.

Chawki Ammari ha pubblicato, sul soggetto, un articolo (1) sul quotidiano algerino El Watan il 18 Agosto u.s.: La loi des 20/80 ou le principe de Pareto.

L’articolo prende spunto da un’affermazione del presidente Tebboune: “l’80% dei cittadini algerini “ringraziano Dio” per la pace sociale, la stabilità e la sicurezza che caratterizzano la nuova Algeria”. Cui ha fatto seguito il suo Primo Ministro Djerad: “solo il 20% del programma del Presidente è stato effettuato”.

Ma peculiare, ed interessante, l’applicazione del principio che ne suggerisce, più o meno esplicitamente, Chawki Ammari: quello alla dicotomia democrazia-autarchia. Si può affermare che la prima, democrazia, possa funzionare solo con una partecipazione del 100 per cento dei cittadini, mentre per la seconda – l’autarchia – sia sufficiente solo il venti per cento per garantire un consenso dell’80% dei cittadini.

Un’ipotesi che fa pensare. Uno sguardo alla storia recente dei nostri dirimpettai mediterranei.

Certo, l’Algeria soffre – come tutti – le implicazioni economiche della pandemia, specialmente considerando che l’economia del Paese era fondata principalmente sugli idrocarburi. In Algeria più di 50,000 giovani sono senza lavoro, ma è indubbio che ci sia una certa stabilità e pace sociale (certo, i dissidenti vengono arrestati, comunque… per l’80%). Abbastanza simile la posizione dell’Egitto di Al Sisi, anche qui si soffre per le conseguenze economiche della pandemia, ma stabilità e pace sociale sembrano mantenersi. Diverso il caso della Tunisia: nel 2010 proteste e sommosse per la pesante situazione economica, disoccupazione e corruzione del sistema politico – la cosiddetta Rivoluzione dei Gelsomini – ha portato, con la scintilla del suicidio, nel dicembre 2010, di Mohamed Bouazizi, alla “Primavera Araba” che, iniziata in Tunisia già dal Gennaio 2011, si è poi allargata a moltissimi Paesi Arabi, tra i primi a seguire, come abbiamo già visto, la Libia.

La Tunisia, il Paese dove c’è stato un genuino processo di democratizzazione, che ha funzionato per diversi anni sebbene attraverso difficoltà crescenti per la situazione economica, è precipitata nel caos con l’avvento della pandemia. La Tunisia di oggi è in tumulto, grossi problemi di emigrazione (di cui si legge quotidianamente sui giornali italiani), ma anche forse una certa corruzione della classe dirigente – problemi che hanno fatto perdere il cento per cento dei consensi. 

Forse l’associazione del Principio di Pareto alla dicotomia democrazia/autocrazia non è poi così azzardata.

Per la Libia di oggi il problema è ben diverso: il desiderio di “democrazia”, dopo 42 anni di Gheddafi, è stato letale. Come già visto, la reazione di Muammar Gheddafi è stata immediata e violenta, poi sono intervenuti gli occidentali che hanno sconfitto il dittatore, ma per lasciare sola la società civile libica che è caduta in mano alle milizie che tuttora determinano lo status quo nella colpevole latitanza delle Nazioni Unite e dell’Europa. Nella Libia di oggi non c’è né democrazia, né autarchia ma solo la preponderanza di milizie deviate, armate fino ai denti e sostenute con invio di mercenari ed armi da diversi paesi. Esemplicativo quanto successo nelle ultime ore: Fayez al-Serraj, presidente del Consiglio Presidenziale del Governo di Accordo Nazionale – GNA- nato nel 2015 come compromesso dopo le elezioni del ’14 – ha dichiarato il “cessate il fuoco” ed aperto ad una collaborazione con il presidente del parlamento – con sede a Tobruk – Aguila Saleh – per concordare un programma di rilancio politico (2-3). Immediata la reazione delle milizie di Tripoli – più volte classificate dai media italiani come “esercito di Serraj”:

Salah Badi, capo della più agguerrita milizia, Al-Samoud Brigate: “Noi rifiutiamo il cessate il fuoco, ed Al Serraj è debole ed incapace di comando” (4)

Il Colonnello pilota Mohammad Qanunu, portavoce delle “forze” del GNA: “Siamo determinati a continuare le operazioni militari” (5).

La posizione delle istituzioni internazionali? Dei diversi paesi occidentali? Una esternazione di Ali Zeidan, Primo Ministro del Governo di Transizione Libico dal novembre 2012 al marzo 2014, il periodo in cui le milizie hanno preso il sopravvento:

“Le Nazioni Unite ed i Paesi occidentali, per una ragione o per l’altra, hanno mancato di assistere la Libia in alcun modo dopo la caduta di Gheddafi. Ho chiesto loro ripetutamente di esserci più vicino…averci lasciati soli è stato un errore”.

Mi è tornata in mente una vecchia storiella delle mie parti, che quando ero bambino – ed i burattini erano in auge – mi faceva tanto ridere.

Due amici, Sandrone e Fagiolino. Sandrone decide di fare una vacanza in crociera, Fagiolino lo accompagna al porto; salito a bordo del piroscafo, Sandrone si affaccia per salutare l’amico, Fagiolino – allarmatissimo – gli urla: “Sandrone, vieni giù immediatamente che la nave sta affondando”, Sandrone serafico: “Beh, cosa importa a me, non è mica la mia!”

Luigi Maccagnani

  1. https://www.elwatan.com/point-zero/la-loi-des-20-80-ou-le-principe-de-pareto-18-08-2020
  2. https://www.libyaherald.com/2020/08/21/libyas-internationally-recognized-government-declares-ceasefire-calls-for-demilitarized-zone-departure-of-foreign-forces-resumption-of-oil-exports-and-elections-in-2021
  3. https://www.addresslibya.co/en/archives/58596https://www.addresslibya.co/en/archives/58596
  4. https://www.addresslibya.co/en/archives/58628
  5. https://libyareview.com/?p=5869