Presentazione del convegno

Riportiamo l’intervento di apertura al convegno: “Le regioni mediterranee: un caso emblematico il Sahara Occidentale”
di Enrico La Rosa

Signore e signori, a nome dei soci di OMeGA vi do il benvenuto al Convegno di OMeGA sul Sahara Occidentale.

L’evento di oggi sancisce il debutto dell’Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia nell’attività di indagine geopolitica ed antropologica, nata il 12 novembre dello scorso anno, appena 5 mesi e mezzo fa. Segna anche il debutto ufficiale del ‘giornale on line’, di cui l’Osservatorio si è voluto dotare, regolarmente registrato presso il tribunale  di Roma il 31 dicembre dello scorso anno, appena 131 giorni fa, la cui produzione a tutt’oggi è stata in parte inserita nella vostra cartella, e di cui mi onoro di essere il Direttore Responsabile.

Salvo qualche collaudata individualità, non siamo esperti di organizzazione di eventi, e chi ci ha seguito nel percorso di questi ultimi mesi se ne sarà abbondantemente accorto.

Non siamo neppure esperti giornalisti, e la mancanza di ‘mestiere’ sarà certo visibile leggendo i nostri articoli.

Non pretendiamo di essere esperti della questione del Sahara Occidentale, ed infatti non osiamo andare oltre la presentazione rigorosamente storica dei fatti riscontrabili su documenti ufficiali, fonti aperte e notizie di stampa.

Avremo senz’altro commesso più errori di quanto possiamo noi stessi immaginare sia nell’organizzazione di questa giornata di approfondimento, sia nella valutazione dei fatti, sia nei contatti con Istituzioni, Ambasciate, Moderatori, Relatori ed Invitati.

Intendiamo chiedervene scusa in anticipo pregandovi di perdonare eventuali errori di qualunque genere vi capiterà oggi di riscontrare.

Abbiamo, però, tanta incoscienza ed un grande amore per questo mare importante e ammalato, divenuto un po’ di tutti, per la sua storia, per i tesori che custodisce, per la singolarità del pensare e del comportarsi, per la filosofia di vita ed i valori dei popoli che vi si affacciano, custoditi sempre con maggiore fatica.

E questo richiede che io richiami velocissimamente alcuni brani del Manifesto della nostra associazione:

«OMeGA intende perseguire l’umanizzazione della geopolitica, l’ancoraggio degli eventi alle realtà locali, la loro relativizzazione e contestualizzazione, la loro narrazione e spiegazione come ancorati al contesto geografico nel quale si svolgono, convinti che essi dipendono principalmente dall’ambiente fisico nel quale si sono sviluppati e dal contesto umano e sociale nel quale si sono svolti»

E ancora: «Esso intende indagare, cercare di capire, interpretare ed aiutare altri a capire. Di politica internazionale e di storia umana. Di Mediterraneo. Dell’Uomo».

E infine «Le vicende del Mediterraneo, possibilmente svincolate da qualsiasi ottica ideologica, nel modo più asettico ed obiettivo possibile».

Quanto ai contenuti, non spetta a me parlarne. Abbiamo scelto professionisti capaci di farlo molto meglio di noi. Li abbiamo scelti uno a uno, inseguiti per mesi, corteggiati, infine sedotti. Sono tutte persone speciali, che hanno molto da insegnarci, non solo riguardo all’argomento del convegno, ma anche riguardo agli strumenti migliori di cui occorre dotarsi per avere la speranza di capire realmente.

Qualcuno si chiederà come mai parlare del Sahara Occidentale. Perché di un problema così insidioso, quanto sconosciuto. Il Mediterraneo offre certo di più: la questione palestinese innanzi tutto; e poi, i flussi migratori, le risorse energetiche, le materie prime, i traffici illeciti, la desertificazione, l’acqua geopolitica. Senza considerare gli avvenimenti degli ultimi mesi e l’ansia per la loro possibile evoluzione.

Ebbene, abbiamo scelto il Sahara Occidentale perché in questa storia gli ingredienti ci sono tutti:

c’è un processo di decolonizzazione incompiuto o interrotto; ci sono insediamenti di neo-coloni; risorse minerarie pregiate; altre di gas – consistenti – lungo la piattaforma continentale, con sfruttamento di dubbia convenienza ai prezzi attuali; un muro che evoca altri muri, costruito mentre veniva abbattuto quello di Berlino; scontri armati anche cruenti; risoluzioni delle Nazioni Unite in quantità, tanto drastiche quanto disattese; accordi commerciali dal sapore di neo colonizzazione economica; ingerenze esterne pesantissime. Sembrano tutti ingredienti necessari ad un potenziale conflitto “regionale”. Ma, secondo noi, debbono anche essere tutti spunti di riflessione, un incentivo per le parti in causa finalizzato alla ricerca dei motivi di un accomodamento ragionevole per tutti e di una coesistenza pacifica.

Se non esistesse un problema non saremmo qui a parlarne. Tuttavia, se le parti in causa non fossero ragionevoli, non sarebbero qui con noi ad ascoltarci. E spero che non siano qui solo per controllare quello che viene detto da noi o dalla controparte.

Ed è per questo che speriamo vivamente che oggi, qui, per iniziativa di OMeGA, ma per merito dei convenuti, presenti a qualunque titolo, si pongano i presupposti per l’inizio di una forma di dialogo fra le parti, proficuo e diretto.

Tuttavia, non si sarebbe potuto fare nulla, oggi, senza l’aiuto degli Enti presenti in questo palazzo: il Centro Alti Studi della Difesa, CASD, il Centro Militare di Studi Strategici, CeMiSS, l’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze, ISSMI, l’Osservatorio Nazionale di Sicurezza, OSN, nato da sinergie tra la Difesa e l’industria privata. Enti che, a nome di OMeGA, sento di dovere ringraziare con profonda gratitudine perché hanno reso possibile l’evento di oggi.

Grazie a tutti di cuore.