Che succede nel Golfo?

di Mario Boffo

La guerra nello Yemen ha rappresentato per Abu Dhabi una grande opportunità per compiere nella geopolitica della regione un vero e proprio salto di qualità.

Il controllo di Soqotra, dove già furono un tempo stabilite basi militari sovietiche, costituisce un posizionamento di straordinaria importanza, fra il Golfo di Aden e il resto dell’Oceano Indiano, soprattutto se inserite, come sono, nel complessivo disegno emiratino per una sorta di “impero veneziano” impostato su una rete logistica di basi e di porti finanziati, costruiti o gestiti.

La solidarietà che gli Emirati, in questi anni di guerra nello Yemen, hanno stabilito con i movimenti separatisti del sud del paese, inoltre, e il sostegno loro concesso anche contro lo stesso governo di Hadi, internazionalmente riconosciuto e di cui gli Emirati stessi sono formalmente alleati, sono cambiali che Abu Dhabi riscuoterà alla fine del conflitto.

Che il sud dello Yemen emerga indipendente, dalla guerra, o anche solo fortemente autonomo, esso rappresenterà di certo una significativa estensione dell’influenza emiratina.

Un ulteriore risultato di non poco momento dell’astuta e accorta politica degli Emirati, sarà l’acquisizione di maggiore autonomia rispetto all’Arabia Saudita, e la definitiva affermazione come interlocutore relativamente indipendente (e magari anche alternativo a Riad) in un’area strategica di crescente rilevanza.

Quanto precede, e del resto ottimamente illustrato da quest’articolo, limiterà il ruolo dell’Arabia Saudita, che resta il principale paese della Penisola Araba, me che dovrà vedersela non solo con il “ribelle” Qatar, ma anche con gli “autonomi” Emirati:

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Mario Boffo