Iran ed Hezbollah

di Nicola Lofoco

Che l’Iran abbia avuto un ruolo decisivo nella guerra civile siriana è un fatto noto. Se Bashar Assad è ancora al suo posto non deve ringraziare solo il Cremlino ma anche, e soprattutto, Teheran ed i suoi alleati. Gli iraniani hanno anche avuto un peso notevole nell’ operazione di liberazione di Mosul dall’ occupazione dell’Isis, in Iraq, dove accanto alle truppe governative, appoggiate dagli Usa, hanno potuto schierare delle proprie milizie, le cui operazioni sono state ben comandate dal generale Qassem Suleimani, capo indiscusso dell’“Unità delle Guardie Rivoluzionarie” iraniane. In questo modo, l’Iran ha potuto ulteriormente estendere la propria autorità anche nella zona “Curdo-Sunnita” del Nord dell’Iraq, territorio strategicamente importante perché direttamente confinante con la Siria. Inutile negare, quindi, che in questi ultimi anni, particolarmente travagliati per tutto il Medio Oriente, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha saputo lavorare alacremente per estendere l’influenza geopolitica della sua nazione in tutta l’area. Accanto a questo, non bisogna dimenticare l’enorme peso che ha avuto, in questa complicata partita, l’alleato di ferro di Teheran: il “Partito di Dio”, ovvero gli Hezbollah libanesi. Per il regime di Assad, infatti, sono stati di vitale importanza i rifornimenti ed i supporti militari e logistici provenienti dal Paese dei Cedri, i quali sono stati garantiti dal 2011 sino ad oggi proprio dagli Hezbollah, gruppo di fede sciita, i quali si sono così garantiti una pesante golden share sui futuri assetti della Siria. E, contemporaneamente, hanno di gran lunga rafforzato il loro potere in Libano. Era infatti impensabile che tutto quello che accadeva in Siria non potesse non avere dei riflessi diretti sulla situazione interna libanese. Chi voleva mettere le mani su Damasco, da tempo, ha cercato in tutti i modi di destabilizzare e di influenzare le politiche di Beirut (Sauditi in testa). Un tentativo che è risultato letteralmente fallimentare, dato che la fazione di Hassan Nasrallah è riuscita non solo a restare in piedi, ma anche ad accrescere il suo potere in maniera esponenziale.  Seppure il Libano resta ancora in preda ad un’organizzazione dello Stato prettamente feudale, in mano alle varie confessioni religiose che lo compongono, gli Sciiti possono vantare ora una posizione di sicuro privilegio. Un dato che è risultato del tutto evidente dopo le consultazioni elettorali del maggio 2018, dove Hezbollah ha letteralmente trionfato, mettendo in seria crisi la funzione del partito sunnita “Al Mustaqbal”, fondato dal premier Saad Hariri. In più, è necessario ricordare che la zona sud del Libano, in cui l’egemonia di Hezbollah è ancora più forte, resta disseminata di razzi e missili, pronti a colpire Israele in un solo istante, in qualsiasi momento. Un fattore non di poco conto, a maggior ragione se si considera che il “Partito di Dio” può disporre di un proprio esercito, armato sino ai denti. D’ora in poi, in tutte le future dinamiche che avvolgeranno l’intera area, bisognerà fare i conti con quella che è diventata una nuova, vera e propria potenza del settore mediorientale. E l’Iran ne è certamente contento. 

Nicola Lofoco