OMeGA – Convegno di chiusura del progetto “Lungo le Rotte del Corallo”

di Alberto Osti Guerrazzi

Il 5 dicembre scorso si è svolto presso il Circolo Ufficiali della Marina Militare di Roma il convegno di chiusura del progetto Lungo le Rotte del Corallo, prima fase del progetto Rotte Mediterranee, promosso ed organizzato dall’associazione culturale OMeGA. In un momento storico di profonda crisi dell’area mediterranea, Rotte Mediterranee si propone di rilanciare il dialogo tra le sponde sud e nord del mare interno attraverso incontri e convegni su temi specifici, che vanno dall’analisi della situazione geopolitica e ambientale alla discussione su precise ipotesi di stimolo all’economia come alla cultura.

La prima fase del progetto si è svolta nel corso del 2017 ed è stata incentrata sull’asse Sardegna – Tunisia, da cui il nome Rotte del Corallo, in quanto percorse per secoli dai cercatori di corallo sardi e tunisini. Questa fase si è appunto chiusa lo scorso 5 dicembre con un convegno che voleva tirare le conclusioni dell’attività svolta e gettare le basi per le attività della fase 2.

A questo proposito OMeGA aveva invitato a discuterne alcuni tra i relatori dei convegni del 2017 e organizzato l’incontro su tre tematiche: relazione finale relativa alle attività 2017 e alle lessons learned da tali attività, con i loro punti di forza e di debolezza e la ricaduta sul contesto di riferimento, proposte per le attività 2018; discussione generale e confronto sulle tematiche trattate.

La prime due tematiche sono state illustrate dal Presidente di OMeGA, che, nel tratteggiare i risultati 2017 ha evidenziato come in tutti i 5 incontri svolti, 3 a Roma, uno a Cagliari e uno a Tunisi, sia sempre stata sottolineata la necessità e la validità del dialogo come strumento per superare le barriere che la crisi attuale continua a far nascere tra le due sponde del Mediterraneo. In tutti i convegni sono costantemente emerse le diverse problematiche alla base della crisi attuale, come le difficoltà dell’economia, i flussi migratori, il fondamentalismo, il rinforzarsi dei populismi; e tuttavia nessuno dei relatori che a vario titolo ne hanno discusso ha potuto non evidenziare come le possibili soluzioni vadano ricercate appunto attraverso il dialogo paritetico tra tutti i paesi coinvolti. La direzione tracciata da Rotte Mediterranee è dunque quella giusta, e su tale direzione si deve insistere. Cercando però di evitare gli errori fatti, come il puntare sulla regata velica tra Sardegna, Algeria e Tunisia per dare visibilità mediatica al progetto; idea certamente valida, ma gestita male e quindi fallita; idea forse da riproporre con modalità diverse.

E qui l’Ammiraglio La Rosa ha cominciato a tratteggiare le prime idee per il 2018: la prima consiste nello svolgimento di una serie di incontri tematici da realizzarsi in diverse località della Sardegna per promuovere la discussione e il confronto su problematiche legate allo sviluppo economico sostenibile dell’isola, che, posta com’è al centro del Mediterraneo, potrebbe e dovrebbe svolgere un ruolo più attivo di esempio e proposta di metodologie finalizzate al superamento della attuale crisi. Gli incontri potrebbero essere i seguenti: a Carloforte la pesca e l’itticoltura; ad Alghero, la crescente richiesta di autonomia da parte di diverse regioni; alla Maddalena, il turismo declinato in forme innovative; una di queste, il trekking e i cammini della fede, di cui si potrebbe discutere a Santa Maria Navarrese; a Cagliari poi la chiusura e il tirare le somme. Il tutto collegato da una regata velica che da Cagliari tocchi i porti dei convegni ed aiuti a dare risalto e visibilità al progetto.

Alla discussione generale hanno partecipato l’Ambasciatore Boffo, il prof. Dottori, Ugo Tramballi del Sole 24 ore e il prof. Fantar dell’Università di Tunisi. Data la caratura e l’esperienza dei relatori, la discussione si è rapidamente incentrata su tematiche generali, di carattere geopolitico: particolarmente interessante è stato il confronto a distanza (i due relatori per motivi di impegni pregressi non hanno potuto intervenire insieme) tra Tramballi e Dottori sulla attuale politica americana nell’area, con Tramballi estremamente critico con una amministrazione Trump vista come avventuristica e dilettantesca, e quindi pericolosa, e Dottori che invece vede nelle scelte del neo Presidente USA un disegno inteso a creare situazioni nuove e inusuali, probabilmente in grado di promuovere la pace più efficacemente delle strategie convenzionali e più scontate fin qui utilizzate in ambito internazionale. Molto interessante e inusuale l’intervento di Fantar, che ha sottolineato come molti dei problemi che affliggono specialmente i paesi della sponda sud siano in primo luogo di carattere culturale, e che è quindi in questo ambito, e non solo nell’economia, che si dovrebbe intervenire; ed è qui che il dialogo inter-mediterraneo potrebbe portare contributi importanti.

Alberto Osti Guerrazzi