PICCOLE ISOLE DEL MEDITERRANEO E TURISMO. IL CASO DI VENTOTENE

di Luigi Paganetto

Il turismo è uno dei settori in cui è più evidente l’azione della concorrenza che ha da tempo caratteri di indubbia internazionalità. Ne prende atto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che punta l’attenzione ai rapporti tra turismo e cultura, destinando 6.68 miliardi per un ampio programma di misure per le attività turistiche e culturali con l’obbiettivo di aumentare l’attrattività della nostra offerta turistica a livello nazionale ed internazionale.

Sono risorse destinate, come è chiarito nel testo, non solo alle grandi aree metropolitane ma anche ai piccoli centri, cui si può ritenere appartengano anche le isole minori. Ventotene, in particolare, nel corso degli anni, ha puntato opportunamente a definire un suo profilo culturale legato all’europeismo e al retaggio dei grandi personaggi, a cominciare da Altiero Spinelli, che da Ventotene hanno lanciato il loro messaggio europeista.

Nel PNRR sono previste risorse per la valorizzazione  del patrimonio culturale, attraverso il digitale (500 milioni di euro), per la rigenerazione di piccoli siti culturali, che può essere  rappresentata per Ventotene dalla ristrutturazione dell’antico carcere di S. Stefano, nonché fondi per la competitività delle imprese turistiche che vanno dal credito fiscale per aumentare la qualità dell’ospitalità turistica, al potenziamento del Fondo per il turismo sostenibile, che con le risorse della Banca Europea d’Investimento (EIB) arriva a quasi 1 miliardo.

Ma non basta, perchè la scelta adottata dall’Europa in materia di transizione e ecologica e digitale fa si che il PNRR destini a questi temi il 52 % delle risorse disponibili per il nostro Paese. Non c’è dubbio che le isole minori soffrano da sempre di un sottodimensionamento degli investimenti su energia, acqua, rifiuti e mobilità. Può essere l’occasione per recuperare su questo terreno. Sono 20 su 27 le isole non connesse alla rete elettrica nazionale e Ventotene è tra di esse.

Non solo. Esigua è l’energia ricavata da fonti rinnovabili (5%). Nel quadro dello straordinario impegno assunto dal Ministero della Transizione ecologica, che intende da qui al 2035 portare la produzione da rinnovabili da 50 a120 Megawatt, non dovrebbe essere difficile portare avanti per l’isola un investimento per l’energia basato sulle rinnovabili. Ma non è l’unica scelta possibile.

Se si considera il grande differenziale che si viene a stabilire nell’ammontare della popolazione che risiede nell’ isola (che secondo i dati Istat è di circa 700 abitanti) e quella estiva, accresciuta dai turisti, si arriva alla conclusione che la soluzione più economica è quella di un cavo sottomarino con cui Terna potrebbe portare l’energia sull’isola, dopo averla prodotta con le rinnovabili.

Qualunque soluzione, infatti, che preveda la produzione di energia sull’isola partendo da quella odierna basata sul fossile (che andrebbe comunque sostituita in omaggio alle regole per la riduzione della CO2) a quella da rinnovabili in linea con le regole EU, avrebbe un dimensionamento in termini di potenza degli impianti e di costo d’investimento che sarebbe necessariamente parametrato con la popolazione estiva e dunque ampiamente eccedente le esigenze invernali. Ecco perchè alla fine il cavo sottomarino collegato alla rete nazionale rappresenta la soluzione migliore consentendo di disporre di energia secondo le diverse necessità dell’anno.

Per l’acqua la questione è quella sollevata ripetutamente dalle Autorità dell’isola di un impegno d’investimento capace di far arrivare nelle abitazioni un’acqua opportunamente mineralizzata. Anche nel caso del dissalatore andrebbe affrontata la questione della produzione dell’energia necessaria al suo funzionamento mediante le rinnovabili o attraverso l’energia fornita dal cavo sottomarino che, per altre realtà, ha mostrato la disponibilità di Terna a realizzarlo.

Così come è necessario un investimento per una buona depurazione delle acque reflue e per garantire una migliore gestione dei rifiuti. Il quadro, legato alla transizione ecologica che investirà il nostro paese nei prossimi anni, deve riguardare anche Ventotene. C’è da mettere in conto anche una scelta a favore della mobilità a trazione elettrica sulle strade dell’isola, non difficile a questo punto da realizzare.

Ventotene da ormai molti anni ha scelto opportunamente di puntare dall’accoppiata turismo e cultura, una scelta che sta portando risultati importanti con turisti consapevoli e attratti da questi caratteri. È per questo, oltre a rispondere alle scelte in atto in Europa, che i servizi per energia, acqua, rifiuti e mobilità devono essere in linea con quanto si attende il turismo di qualità che sarà attratto anche dagli investimenti su accoglienza, residenze e alberghi nella stessa direzione. È evidente che vanno sfruttate le provvidenze del PNRR per aumentare la qualità degli alloggi e degli alberghi. Ma va anche fatto un investimento sulla digitalizzazione dell’offerta turistica.

C’è un punto, tuttavia, che non può essere trascurato ed è quello dell’identità cultural-europeistica dell’isola su cui molto è stato fatto ma su cui molto si può ancora fare puntando sui giovani provenienti dalle Scuole e dalle Università di tutta Europa. Il rafforzamento della scuola già in essere per giovani europeisti può rappresentare uno straordinario strumento di diffusione dell’identità dell’isola che può essere realizzato passando dalle poche decine a molti frequentatori, all’allungamento dei tempi previsti per l’iniziativa, alla sua diffusione attraverso il digitale.

Le risorse possono essere tratte dai diversi capitoli del PNRR, con l’istituzione di un numero assai maggiore di borse europee, con la destinazione di strutture ad hoc per il soggiorno-studio dei giovani che potrebbe essere opportunamente collegato con iniziative da realizzarsi nell’ex carcere di S. Stefano.

In conclusione: non vanno mai dimenticate le tendenze di fondo della domanda turistica che, come risulta da tutte le indagini, sul campo mettono insieme qualità, ambiente e internazionalizzazione. Percorsi innovativi per la formazione e progetti capaci di garantire l’adeguatezza delle scelte da adottare possono venire in essere con l’impego dei fondi regionali e nazionali per lavorare sulle innovazioni da realizzare.

Luigi Paganetto

Fondazione Economia Università di Roma Tor Vergata

Roma 7 ottobre 2021