Blitz algerino (e soliti profittatori)

di Luigi R. Maccagnani

Nei giorni scorsi il parlamentare Mauro Pili, già presidente (2001-2003) della regione Sardegna, ha denunciato l’esistenza di un decreto presidenziale dell’Algeria – datato 21 marzo 2018 – in cui, unilateralmente, l’Algeria estendeva i confini della propria zona economica esclusiva fino al limite delle 12 miglia marittime (poco più di 22 km) dalla costa sud della Sardegna. Non è ben chiaro come un’ingerenza simile sia passata sotto silenzio per così lungo tempo, né quali siano state le conseguenze pratiche durante questo periodo. La denuncia, lanciata tre giorni fa da UNIDOS, è stata ripresa solo da quotidiani locali sardi, nulla è apparso sui media nazionali, sebbene sia immaginabile che, quantomeno, la nostra ambasciata ad Algeri abbia informato tempestivamente il governo italiano del decreto, tant’è che già nel novembre del 2018 la Rappresentanza Permanente italiana presso le Nazioni Unite aveva contestato il decreto unilaterale algerino, dichiarando altresì la disponibilità italiana ad entrare in un negoziato per la definizione concordata dei relativi confini di pertinenza. Non risulta ci sia stata un’apertura simile da parte algerina. (http://www.unidos.io/il-furto-del-mare-sardo-guerra-allonu-per-fermare-lalgeria/).

Il mar di Sardegna apparentemente interessa a tutti fuorché a noi: già nel 2015 la Francia aveva concordato con l’Italia una modifica ai confini delle rispettive zone esclusive con un accordo, al tempo firmato dal nostro ministro degli esteri Gentiloni, poi mai ratificato dal parlamento ed infine scaduto nel 2017, su segnalazione – ancora una volta – di Mauro Pili. Rimane ancora aperta la situazione, con la Francia che mira ad avviare una procedura europea per la definizione di “zone economiche speciali” nel Mediterraneo. file:///C:/Users/Mac/Desktop/Italia-Francia,%20ripudiato%20l%E2%80%99accordo%20(firmato%20Gentiloni)%20sulle%20acque%20territoriali%20%20amplia%20le%20zone%20di%20pesca%20di%20Parigi%20-%20Il%20Fatto%20Quotidiano.html.

Poi, le cose recentemente si sono complicate per l’atteggiamento della Turchia, il cui presidente, Recep Tayyip Erdogan, nella sua perseverante ambizione “Ottomanesca”, si sta muovendo ignorando leggi internazionali, violando gli embargo, invadendo territori non suoi, in un contesto di colpevole indifferenza delle istituzioni internazionali: vedi interventi della Turchia in Libia, l’accordo stesso Libia-Turchia per la spartizione del Mediterraneo Orientale, l’invio contestuale di una trivella nella concessione Eni-Total in area pertinente alla Repubblica di Cipro, ed una “infiltrazione” negli affari interni dell’Algeria, dove l’appoggio turco ai Fratelli Mussulmani, risultati determinanti nell’elezione del Presidente Tabboune nel dicembre scorso garantisce ad Erdogan una significativa influenza.

Luigi Maccagnani