OMeGA – Le criticità mediterranee – Il caso Libia

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Il filmato che offriamo ai nostri lettori è una panoramica degli interventi che gli specialisti elencati di seguito hanno tenuto in occasione dell’ultimo convegno organizzato da OMeGA nel 2015, sulle vicende libiche:

  • Mario Arpino, ufficiale pilota e già CSM Difesa, Comitato Direttivo Istituto Affari Internazionali;
  • Marco Lombardi, docente presso la Cattolica di Milano e direttore di ITSTIME;
  • Luigi Maccagnani, OMeGA, analista ed esperto in MO ed idrocarburi;
  • Laura Mirachian, ambasciatore; già Capo Missione a Belgrado e Damasco e rappresentante italiana presso le NN.UU. Ginevra, oggi docente presso l’università di Padova e membro del Circolo di studi diplomatici;
  • Umberto Montuoro Ten. Col. AM, esperto in diritto internazionale umanitario;
  • Alberto Negri, scrittore, giornalista e inviato speciale del Sole 24 ore;
  • Claudio Pacifico, ambasciatore, significative presenze in MO e in Nordafrica, tra l’altro in Libia;
  • Giuseppe Perrone, Ministro Plenipotenziario presso il MAE negli incarichi di vice Direttore Generale degli Affari politici e di Sicurezza e di Direttore Centrale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente;
  • Franco Venturini, giornalista ed editorialista del Corriere della Sera.

 

Il prossimo primo marzo si terrà il primo del ciclo di convegni organizzati da OMeGA nel 2016, sempre sulle “criticità del Mediterraneo”.

Questa nuova stagione di eventi congressuali, molto intensa, faticosa, brillantemente supportata dall’ordine dei Giornalisti del Lazio e resa possibile dalla generosa partecipazione di diplomatici, analisti, docenti universitari e giornalisti amici e sostenitori di OMeGA, ha il solo scopo di sensibilizzare quelle rare frange di lettori desiderose di approfondire per bocca di autentici esperti i fatti che accadono sull’uscio di casa nostra, che, così vicini, potrebbero finire per avere ricadute anche sull’interno di casa nostra.

Il Mediterraneo. E’ la passione e l’obiettivo dei soci di OMeGA, il cui unico scopo è quello di facilitare il desiderio di approfondimento di ciò che vi accade.

Il primo marzo ci hanno accordato un po’ del loro impegnatissimo tempo i seguenti studiosi:

  • Germano DOTTORI, Docente, ricercatore ed esperto in Politica Internazionale e Sicurezza;
  • Mario MAIOLINI, Ambasciatore, Socio del Circolo di Studi Diplomatici, incarichi a Damasco, D.G. Emigrazione, Riad (Amb), Capo Rappresentanza permanente disarmo a Ginevra;
  • Maurizio MELANI, Ambasciatore, Socio del Circolo di Studi Diplomatici, già Direttore Generale al Ministero degli Esteri, Ambasciatore in Etiopia, in Iraq e al Comitato Politico e di Sicurezza dell’UE. Docente di relazioni internazionali;
  • Luigi MACCAGNANI, OMeGA, analista ed esperto in MO ed idrocarburi;
  • Alberto NEGRI, scrittore, giornalista e inviato speciale del Sole 24 ore;
  • Giovan Battista VERDERAME, Ambasciatore, vice Presidente del Circolo di Studi Diplomatici, moderatore del Convegno e incaricato dell’“Introduzione”.

Essi ci aiuteranno a capire le origini della perdurante instabilità e criticità nell’area siro-turca-irachena, all’interno della quale s ha l’impressione che siano al momento combattute tante guerre contemporaneamente e che gli obiettivi dei tanti alleati occasionali siano differenti e spesso contrastanti.

 

Ogni azione, anche non direttamente volta alla comunicazione, trasmette un messaggio (l’ormai antico insegnamento di Mac Luhan). Si vuol capire come vecchi e nuovi strumenti di comunicazione vengano utilizzati dalle forze in campo, e come queste forze a loro volta modellino le azioni in funzione del medium di comunicazione, è sempre più importante per decifrare quanto nella realtà accade sul terreno.

L’espansione Islamica, 622-1200, portò uno sparuto gruppo di confederati Arabi – in un contesto inizialmente sottovalutato – al controllo di un territorio esteso dalla costa Atlantica all’India. La comunicazione vincente si basò sull’eliminazione dei profondissimi squilibri sociali esistenti nei due imperi più potenti dell’epoca, quello bizantino e quello persiano sasanide, e si rivolgeva alle masse numerose di gente, povera e derelitta, che si affollavano, frementi e cariche di odio, intorno ad una minoranza di ricchissimi, di privilegiati, di potenti: o grandi proprietari di terre, o mercanti pingui e fortunati, o speculatori ingordi. «Orbene gli Arabi che invadono chiamano a se tutti i derelitti, tutti gli umiliati, tutti i conculcati. Se costoro si convertono all’Islam, essi non solo non soggiaceranno più ad alcun gravame, ma si impossesseranno della maggior parte della ricchezza dei loro secolari nemici, dei conculcatori, ed un’altra parte resterà patrimonio sociale, destinato ai poveri, ai bisognosi, agli orfani, agli infelici. La nuova religione non solo inculca il dovere morale della carità, che anche il Cristianesimo un tempo aveva predicato, ma fa di essa un obbligo legale. E ripete anche, come aveva fatto il Cristianesimo primitivo, che il denaro, riscosso dagli agenti del fisco, è denaro rubato, e non ammette collettori di imposte o amministratori, che bevano il sangue del popolo, ma stabilisce che costoro, come diceva il Corano, siano pagati sul fondo della zachâ. Ecco perché, come non era avvenuto per il Cristianesimo, le popolazioni delle campagne egizie si convertono facilmente all’Islamismo, perché la cristianissima Siria favorisce l’invasione, perché gli eserciti musulmani ingrossano continuamente, man mano che la conquista avanza. Non sono più gli Arabi del deserto a sciamare sul mondo; sono gli antichi, civilissimi Egizi, Siri, Medi, Persiani, a combattere con loro – per loro e per se stessi! Questi, i soldati della prodigiosa conquista «araba»!», (Corrado Barbagallo, Storia universale, vol. III: Il Medioevo, Torino, Utet, 1935, pp. 174-178).

 

Arafat/palestinesi, Osama Bin Laden/al qaeda, Al Bagdadi/Is – Le differenti modalità comunicative e la loro efficacia – Modalità comunicative degli islamici moderati e laici; capire cioè come le masse islamiche, anche nei paesi occidentali, vengono influenzate, quando non manovrate, dai mezzi di comunicazione, vecchi e nuovi. Anche qui la motivazione del contrasto dello strapotere delle multinazionali occidentali ad opera di giusti e puri che vogliono ripristinare il rigore dell’insegnamento di Maometto.

 

La comunicazione della jihad ai tempi della rete, da Gertrude Bell a Mohammed Emwazi/Jihadi John e Siddhartha Dhar.

Dalle Tavole del Sinai alla Sunna e alle Sure.

I nuovi strumenti della Comunicazione. Dal califfo Hussein ad Arafat, a Osama Bin Laden, a Abu Bakr al-Baghdadi.

Anonymous contro Daesh.

La comunicazione “islamica” recente, analisi dei diversi modi di comunicazione, cambiati in accordo con i mutamenti tecnologici.

Tweet, Playstation, coltelli e bombe, come è cambiata la comunicazione ed il suo ruolo nella crisi mediorientale.

 

Le tante guerre che vi vengono combattute e la dinamica delle strane e inedite alleanze.

 

La Redazione di <omeganews.info>