TERRORE E PANICO A CIAMPINO E CAGLIARI

Importante e realistica esercitazione interministeriale svolta presso
l’aeroporto di Ciampino e nelle aule del Centro Alti Studi della Difesa

L’emergenza sanitaria investe i due centri,

colpiti dalle conseguenze di azioni terroristiche internazionali

13 settembre – L’airbus del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare italiana proveniente da Herat (Afghanistan), impegnato in un volo umanitario per il trasporto di circa 30 passeggeri (12 militari e alcuni civili, sia italiani che afghani) è atterrato al Pastine di Ciampino in piena emergenza sanitaria a causa della presenza a bordo di due sospetti casi di peste polmonare e di una donna in avanzato travaglio. Grande tensione a bordo e tafferugli che causano la contusione di altri passeggeri e – sembra – di membri dell’equipaggio. Partito l’allarme, vengono allertati la Prefettura e la Questura di Roma, i Vigili del Fuoco, l’Infermeria Principale dell’Aeroporto militare di Pratica di Mare, la CRI con il Reparto di Sanità Pubblica, l’Ospedale Spallanzani di Roma, il Direttore ENAC dell’Aeroporto civile di Ciampino, il Sindaco di Ciampino.

A terra, a bordo pista, viene organizzato un cordone sanitario e di sicurezza con il concorso di considerevole numero di forze dell’ordine e di operatori del soccorso civile e militare. Uno dei due pazienti affetti da sospetta peste polmonare è stato trasportato d’urgenza presso l’ospedale Spallanzani, in biocontenimento, a mezzo di barella aviotrasportabile tipo ATI (Aircraft Transit Isolator) in dotazione al Reparto di Sanità Pubblica della CRI.

L’altro, a causa di indisponibilità di ulteriori letti nella sede di Roma, è stato trasportato, anch’egli tramite una barella aviotrasportabile tipo ATI (Aircraft Transit Isolator), in alto biocontenimento sul C-130J della 46a B.A. di Pisa, fatto appositamente arrivare, e trasferito presso l’ospedale Sacco di Milano, altro centro di eccellenza nazionale per il trattamento di malattie altamente infettive. Contemporaneamente, sono stati curati i contusi, soccorsa la neo mamma e la figlioletta Matilde ed avviati tutti verso una struttura di controllo e trattamento di eventuali contagi. Gli operatori della Sicurezza hanno proceduto al fermo e riconoscimento di tutti i passeggeri stranieri. Grande angoscia ed emozione tra i parenti riusciti a penetrare all’interno dell’aerostazione militare e fermati, non senza difficoltà, ai margini dell’adiacente hangar.

17 settembre – Di circa 130 vittime e numerosi contagiati è, invece, il primo bilancio dell’attacco <chimico> sferrato da membri dell’“homeless planetary movement” (HPM) contro il porto e l’aeroporto Elmas di Cagliari (soman) in concomitanza con la cerimonia prevista per le 10,00, nei pressi del Comando Marina, con la partecipazione di rappresentanze della VI flotta e della Brigata Sassari. Non si sa esattamente come il nervino sia stato rilasciato, esattamente dove, in quale quantità e da chi in particolare. Ciò che appare chiara, al momento, è la velocità di propagazione delle conseguenze dell’atto terroristico: pervengono notizie di casi di intossicazioni nell’hinterland cagliaritano, ma anche più lontano, sino a Oristano e Olbia. Una vera catastrofe! In città, gli ospedali sono collassati, il traffico completamente bloccato, forze d’intervento dappertutto, supermercati presi d’assalto e saccheggiati, spariti i generi di prima necessità. Le autorità, la Prefettura in primis, invitano alla calma e fanno intendere che la situazione, assolutamente inattesa, sia sotto progressivo controllo. Finché non sarà accertata con sicurezza la natura della sostanza micidiale, si crede che possa essere possibile il rapido diffondersi del contagio. Si teme una catastrofe sanitaria ed ambientale di proporzioni incalcolabili e si ha paura che l’Isola possa rimanere isolata per chissà quanto tempo, con gravi danni per le attività produttive, l’agricoltura ed il turismo, principale risorsa economica regionale. Le autorità assicurano che soccorsi di team specializzati nel trattamento di eventi del genere siano già diretti verso Cagliari, se non già arrivati.

Potrebbe sembrare la sceneggiatura di un action movie in uscita il prossimo Natale. È si la sceneggiatura, ma di una importante esercitazione nazionale che ha messo alla prova tutte le istituzioni militari e civili dello Stato che possono essere coinvolte nella gestione di una crisi sia nazionale che internazionale. L’esercitazione, denominata ‘Matilde’, ha contemplato i due scenari descritti, purtroppo molto verosimili, simulati in una esercitazione articolata e complessa, organizzata effettivamente sul campo e con molto realismo a Ciampino il 13 settembre e sulla carta (simulazione per posti di comando), nelle aule del Centro Alti Studi per la Difesa di Roma, il 17 e 18 settembre dall’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale (OSN) costituito congiuntamente dal Centro Militare Studi Strategici (CeMiSS) e Selex-Sistemi Integrati. Si tratta della “IV Esercitazione di Emergenza Nazionale”, che ha completato il 33° corso di cooperazione civile e militare (CoCiM), svoltosi dal 10 al 21 settembre.

All’esercitazione hanno partecipato con cellule organizzative e/o frequentatori pertinenti settori dei Ministeri dell’Interno, della Difesa, della Salute. Rappresentate anche la Prefettura di Roma, Diversi Comitati della CRI, con oltre 40 persone nello staff direttivo, appartenenti a più di 10 Ministeri/Enti differenti, pubblici e privati, e di 146 frequentatori.

Ai predetti occorre sommare le ingenti forze realmente schierate a Ciampino: Carabinieri, P.S., 31° Stormo di Ciampino, VV.FF, Reparto di Sanità Pubblica CRI, USMAF, Infermiere Volontarie della CRI, truccatori e simulatori della CRI. Si pensi che le sole Infermiere Volontarie della CRI erano più di 30 provenienti da tutto il Lazio. Se ad esse si aggiungono i rappresentanti delle altre componenti della CRI, gli operatori a vario titolo delle Forze dell’ordine e gli appartenenti alle altre rappresentanze, apparirà credibile il numero di diverse centinaia di operatori che hanno contribuito a conferire veridicità all’esercitazione.

Molto significativa la partecipazione di alcuni “giocatori” venuti dall’estero, prevalentemente da Paesi mediterranei, segno di un crescente interesse verso la materia e di una notorietà internazionale meritatamente guadagnata dal team congiunto che da anni, ormai, lavora alla sensibilizzazione verso l’«emergenza in senso lato» ed alla pianificazione dell’evento addestrativo.

Istruttivo ed efficace lo svolgimento “didattico” dello scenario relativo all’attacco presso il porto di Cagliari. I frequentatori, suddivisi in 13 gruppi, hanno dimostrato, attraverso una partecipazione convinta e realistica, di avere ampiamente assorbito i parametri dell’emergenza.

Di elevatissimo livello conferenzieri e docenti, anche se, sul finire, il quadro delineato della cooperazione civile-militare in terra d’altri ha alimentato, di sicuro impropriamente, il sospetto di una certa ottica dell’interesse commerciale e politico delle Nazioni “cooperanti”, unita ad una certa scarsa considerazione verso le aspirazioni dei popoli destinatarie dell’aiuto. E’ sembrata prevalere, forse a torto, ma solo nelle isolate frasi di qualche conferenziere, l’ottica dell’“aiuto allo sviluppo” sotto l’ombrello protettivo fornito dalla Difesa, piuttosto che quella del sostegno umanitario. L’interesse, tutto sommato, delle “sending Nation”, piuttosto che lo stimolo all’empowerment dei popoli e delle Nazioni.

Enrico La Rosa

con la preziosa collaborazione dei frequentatori del gruppo “verde”